CP/M su Commodore 128: non solo “DIR”


di Francesco Sblendorio

[…] oltre alla modalità BASIC 7.0 e alla modalità 64, grazie alla presenza del microprocessore Z80, il Commodore 128 può far girare il sistema operativo CP/M, rendendo possibile l’utilizzo di una sterminata libreria di software professionale

Queste, grossomodo, erano le parole con cui le riviste italiane del 1985 presentavano in pompa magna la possibilità del Commodore 128 di funzionare con il sistema operativo CP/M, per la stragrande maggioranza di utenti Commodore sigla semi-sconosciuta e quasi “mistica”, specie per la possibilità di utilizzare una “sterminata libreria di software professionale“.

Per quelli che, come me, all’epoca erano ragazzini squattrinati ma appassionati di programmazione che dovevano però accontentarsi di un Commodore 64, tale presentazione sembrava promettere un El Dorado informatico. Salvo poi riuscire ad accedere fisicamente al mitico Commodore 128 del compagno di scuola più fortunato, trovare nel mucchio di dischi il disco di boot del CP/M, dare il comando “DIR”, emozionarsi per una manciata di righe e poi… e poi niente, non c’era altro da fare lì. Si spegneva, si riaccendeva in modalità 64 e si caricavano i giochi. Della “sterminata libreria di software professionale” manco l’ombra.

Passano gli anni, siamo nell’epoca degli smartphone ma la passione del retrocomputing mi spinge a procurarmi un Commodore 128 e a studiare storicamente il CP/M. Ok, mi piace, voglio provarlo sul Commodore 128 ma stavolta no, non sarà un banale “DIR” e basta. Stavolta voglio scriverci io qualcosa, usando un pezzo della “sterminata libreria”.

In effetti la famosa libreria esiste, solo che nel 1985 era già vecchia. Proprio su CP/M infatti sono nati software poi diventati famosi anche su MS-DOS: Turbo PascalWordStardBaseSuperCalc. E lo stesso MS-DOS ha proprio CP/M come precursore (ma questa è un’altra storia e va raccontata con dovizia di particolari).

Per cominciare a scriverci qualcosa, possiamo procurarci Turbo Pascal 3.01A per CP/M, che ha svariati vantaggi: ambiente unico di sviluppo (IDE) che comprende editor, compilatore e linker, e che permette (dimensioni del sorgente permettendo) di tenere tutto in memoria e ridurre al minimo le operazioni su disco.

Si può scaricare Turbo Pascal da retro-archive in formato ZIP. Su bitsavers invece si trova una copia in PDF del manuale.

Prima di usarlo però, occorre renderlo leggibile dal Commodore 128 attraverso il suo drive 1571 o una SD2IEC. In questo articolo spiego come farlo.

E adesso l’avventura può iniziare: possiamo iniziare a creare noi qualcosa di nuovo, ma soprattutto a fare altro rispetto al visualizzare il contenuto del disco di sistema con il comando DIR! 🙂

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